Saturday, March 04, 2006

Anniversario Calipari. Letta replica a Martino: "Niente fato, la verita'". Rainews24: Sicurezza Usa sapeva posizione

Anniversario Calipari. Letta replica a Martino: "Niente fato, la verita'". Rainews24: Sicurezza Usa sapeva posizione

I funerali di Calipari

Roma, 3 marzo 2006
La teoria del fato e' cosa passata, fa parte della tragedia greca superata dal Cristianesimo: "ora bisogna agire per conoscere la verita' ed e' quello che facciamo". Cosi' il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha parlato della vicenda Calipari, durante la commemorazione in Campidoglio a un anno dalla scomparsa. Facendo riferimento implicito alle parole del ministro della Difesa Antonio Martino, che questa mattina nella commmemorazione a Forte Braschi ha fatto riferimento alla tragedia greca parlando di quella notte del 4 marzo 2005, Letta ha sottolineato che "nelle cerimonie ufficiali capita spesso che ci si abbandoni anche a un pizzico di retorica. E' capitato anche stamani, e me ne spiace perche' forse per il desiderio di una metafora letteraria, o nel tentativo di nobilitare la figura di Nicola Calipari e' stata evocata la tragedia greca".
"E' vero - ha proseguito Letta - che anche la provvidenza guida e governa il mondo, ma senza contrastare mai il principio della liberta' e della responsabilita'. E la responsabilita' impone all'uomo di conoscere e agire coerentemente e conseguentemente. Anzi, di agire per conoscere. E' quello che abbiamo fatto, che continueremo a fare per rendere onore alla memoria di Nicola, per rendere giustizia e verita' alla sua famiglia e al nostro paese". "Solo cosi' - ha concluso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - potremo onorare concretamente, e non soltanto a parole, la memoria di un grande servitore dello Stato che e' stato per noi di esempio in vita e che rimane di esempio per le future generazioni".

Rainews24: Sicurezza Usa sapeva posizione
"L'Nsa, la National Security Agency, la più importante agenzia di sicurezza americana sapeva esattamente la posizione di Nicola Calipari al momento della sua uccisione".
E' quanto afferma Wayne Madsen, ex agente del Nsa, in un'intervista all'inviato di Rai News 24 Sigfrido Ranucci.
Madsen, parlando dell'ex agente del sismi ucciso a Bagdad poco dopo la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, ha affermato di avere notizie certe provenienti dai suoi ex colleghi di lavoro su quanto è accaduto la sera del 4 marzo del 2005.
"L' Nsa - spiega Madsen - in una zona di guerra come quella dell' Iraq, ha un registro con tutti i numeri dei telefoni cellulari, le frequenze usate e i nomi delle persone, che vengono monitorate continuamente".

Madsen è stato agente segreto sotto la presidenza Reagan, con il compito di proteggere i dati sensibili degli Usa da eventuali intrusioni dell' ex Unione Sovietica. È stato consulente della commissione europea sul sistema d'intercettazione Echelon, di cui Madsen ha rivelato la funzione dei satelliti per la telefonia mobile nell'ambito delle intercettazioni. L'intervista andrà in onda domani sui notiziari di Rai News 24 a partire dalle 6.30.
Veltroni: "Vogliamo la verita'"
"Vogliamo la verita' sulla morte di Nicola Calipari". Lo ha detto stasera il sindaco di Roma Walter Veltroni, nella cerimonia commemorativa che si e' svolta in ampidoglio a un anno dalla morte del funzionario del Sismi.
Veltroni, che era tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e il capo del Sismi Nicolo' Pollari, rivolgendosi in particolare a Rosa Calipari, alla figlia Silvia e agli altri familiari che erano in prima fila con Giuliana Sgrena, ha aggiunto: "Spero che si arrivi il piu' presto possibile alla verita' perche' ci sono troppe incertezze sulle circostanze della sua morte e sulle condizioni in cui si e' verificata".
Dopo aver ricordato Nicola Calipari per il suo straordinario attaccamento alle istituzioni e allo Stato e per lo speciale rapporto che riusciva ad instaurare con gli altri, Veltroni ha concluso: "E' stato un grande italiano che tutti, a cominciare dalle donne e gli uomini del nostro Paese, vogliamo ricordare".
Nell'aula Giulio Cesare c'erano tanti colleghi di Calipari, quelli della questura di Roma, del Sismi e tutti i rappresentanti delle forze dell'ordine. Tra gli altri il questore di Roma Fulvi, il prefetto Serra e il prefetto Del Mese, il capo della squadra mobile di Roma Intini. C'erano Giuseppe Scandurra della Corte Suprema di Cassazione, Oscar Fiumara dell'Avvocatura generale dello Stato, il generale Zafarana del comando provinciale della guardia di finanza di Roma e il comandante del reparto territoriale dei carabinieri della capitale colonnello Salvatore Luongo. Molti anche i giornalisti tra cui Alain Elkann, Sandro Curzi e Gianni Minoli, che ha curato un filmato su Nicola Calipari per la serie televisiva "La storia siamo noi", proiettato in apertura della cerimonia.
Erano presenti anche Simona Torretta, rapita in Iraq, le parlamentari Olga D'Antona, Carla Rocchi ed Elettra Deiana.
Sgrena: "Manca pressione governo"
"Mi sembra che la magistratura, con l'incriminazione di Mario Lozano, ha fatto un passo avanti, ma ora serve la pressione politica perche' la rogatoria abbia efficacia e non mi sembra che ci sia l'intenzione da parte del governo". Lo ha detto Giuliana Sgrena, rispondendo ai giornalisti al termine della cerimonia di commemorazione di Nicola Calipari che si e' svolta in Campidoglio a un anno dalla tragica uccisione in Iraq. "Ne' Berlusconi nel suo lungo discorso a Bush ha ricordato Nicola - ha attaccato l'inviata del Manifesto - ne' il ministro Castelli o il ministro della Difesa hanno evocato il fatto, a proposito della sua morte.
Neanche gli americani erano arrivati a tanto, perche' avevano parlato di fatale incidente". La Sgrena ha poi sottolineato che per arrivare a un processo occorre la pressione politica, perche' si possano porre degli interrogativi agli americani e "per avere delle risposte che dobbiamo, almeno queste, a Nicola Calipari".
Gli altri articoli della giornata


http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=60242

Intervista a Wayne Madsen, ex agente NSA (4 marzo 2006)

Intervista a Giuliana Sgrena (4 marzo 2006)

L'ex agente della Nsa Wayne Madsen

Roma, 4 marzo 2006
"L'Nsa, la National Security Agency, la più importante agenzia di sicurezza americana sapeva esattamente la posizione di Nicola Calipari al momento della sua uccisione". E’ l’accusa lanciata da Wayne Madsen, ex agente del Nsa, in un'intervista rilasciata all'inviato di Rai News 24 Sigfrido Ranucci.

Madsen, parlando dell'ex agente del sismi ucciso a Bagdad poco dopo la liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, ha affermato di avere notizie certe provenienti dai suoi ex colleghi di lavoro su quanto è accaduto la sera del 4 marzo del 2005.

"L' Nsa - spiega Madsen - in una zona di guerra come quella dell' Iraq, ha un registro con tutti i numeri dei telefoni cellulari, le frequenze usate e i nomi delle persone, che vengono monitorate continuamente".

Madsen è stato agente segreto sotto la presidenza Reagan, con il compito di proteggere i dati sensibili degli Usa da eventuali intrusioni dell' ex Unione Sovietica. È stato consulente della commissione europea sul sistema d'intercettazione Echelon, di cui Madsen ha rivelato la funzione dei satelliti per la telefonia mobile nell'ambito delle intercettazioni.

Polemica nel governo
Ieri si è svolta a Roma la commemorazione ad un anno dalla morte di Calipari, agente dei servizi segreti italiani ucciso da una pattuglia americana mentre portava all’aeroporto di Baghdad Giuliana Sgrena dopo averla liberata.

Ma la celebrazione ha fatto scoppiare una polemica nel governo italiano. In mattinata il ministro della Difesa Antonio Martino ha imputato al fato l’uccisione di Calipari.

Non accetta questa tesi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta: "Ora bisogna agire per conoscere la verità ed è quello che facciamo. E' vero che anche la provvidenza guida e governa il mondo, ma senza contrastare mai il principio della libertà e della responsabilità. E la responsabilita' impone all'uomo di conoscere e agire coerentemente e conseguentemente. Anzi, di agire per conoscere. E' quello che abbiamo fatto, che continueremo a fare per rendere onore alla memoria di Nicola, per rendere giustizia e verità alla sua famiglia e al nostro paese".

"Solo così - ha concluso il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - potremo onorare concretamente, e non soltanto a parole, la memoria di un grande servitore dello Stato che e' stato per noi di esempio in vita e che rimane di esempio per le future generazioni".